E’ da poco stata fissata la prima udienza d’appello per il processo Panico: 13 ottobre 2020. stay tuned
E’ da poco stata fissata la prima udienza d’appello per il processo Panico: 13 ottobre 2020. stay tuned
da ieri 24 gennaio 2020, a seguito di istanza fatta dall’avvocato, Giova ha ottenuto la revoca dei domiciliari. Dopo circa 15 mesi di carcere e 8 di domiciliari si trova ora libero, con obbligo di dimora nel comune di Firenze.
Abbiamo cambiato carta per raccogliere i soldi benefit per l’Operazione Panico, sia per le spese legali che per quelle dei prigionieri. Le nuove coordinate sono:
Postepay Evolution intestata a Micol Marino, carta n. 5333 1710 9589 2077 IBAN: IT22M3608105138272359572366
La precedente carta non verrà più utilizzata.
Il 4 dicembre sono state depositate le motivazioni della sentenza, e da quel giorno sono partiti i 45 giorni di termine per presentare appello.
Si è conclusa oggi la settimana di udienze finali del processo panico. Lunedì 15 e metà di martedì 16 si è svolta la parte finale della fase dibattimentale; dalla parte dell’accusa, la trattazione dell’ultima tranche di trascrizioni peritali delle intercettazioni, ambientali e telefoniche; da parte della difesa, sono state sollevate alcune obiezioni rispetto all’ingerenza del perito dell’accusa nelle attività del perito del tribunale (ovvero: l’intercettazione principale con cui hanno accusato Paska è stata prima trascritta in modo diverso dal perito del tribunale, poi corretta dopo le pressioni dell’accusa per farla tornare conforme all'”originale”). Poi è stato sentito un testimone della difesa rispetto al piede rotto di Ghespe nel periodo intorno a capodanno.
Nel pomeriggio di martedì c’è stata la requisitoria dei pm e delle parti civili, e queste sono abbastanza inutili da commentare, han dato il peggio di sé. Le richieste per i 28 imputati sono state piuttosto alte, come d’altronde ci si aspettava. I capi d’imputazione per ciascuno sono rimasti invariati rispetto alla chiusura indagine.
I 4 accusati dei fatti di capodanno: 10 anni per Ghespe e Nicola (quest’ultimo gravato, oltre che del 416, anche di un presidio a Sollicciano ad agosto), 10 anni e mezzo per Paska (anche lui compreso nell’associazione dal novembre 2016), 11 anni per Giova (accusato inoltre di essere diventato capo organizzatore del’associazione dal gennaio 2017).
Per le altre due grottescamente definite “cape” dell’associazione le richieste sono di 6 e 4 anni.
Per altri 8 imputati nell’associazione le richieste si aggirano tra i 2 e i 3 anni, per i rimanenti due invece sono 4 e 7 anni.
Per i restanti 13 imputati per vari specifici fuori dall’associazione le richieste vanno da 15 giorni di carcere a un anno e mezzo. Complessivamente, i pm hanno chiesto 86 anni di carcere.
Per quanto riguarda le parti civili, Vece ha chiesto la realistica cifra di 2 milioni di euro; il sindacato di polizia Siulp ha chiesto 100.000 euro, Bargello e Casapound 10 mila a testa. Tra le parti civili vi erano anche il ministero dell’interno, della difesa e un passante del corteo del 25 aprile, ma non ci ricordiamo quanto hanno chiesto, per quel che ci interessa.
Le giornate di mercoledì e giovedì sono state dedicate alle arringhe dei tre avvocati della difesa e, in battuta finale, giovedì è stato sentito nuovamente uno dei pm per una vaneggiante replica.
Lunedì 22 è stato confermato come ultimo atto del primo grado del processo. L’udienza inizia alle 9 e mezza, ci saranno le controrepliche della difesa. Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio ed a un certo punto della giornata emetteranno la sentenza.
Giova, Ghespe e Paska saranno presenti in aula quel giorno, come lo sono stati per queste ultime udienze, e apprezzano la presenza in aula dei compagni. Il nostro pensiero principale va a loro, ancora rinchiusi ai domiciliari con tutte le restrizioni. FORZA!
Le udienze dal 15 al 18 luglio sono confermate, ma per assenza di uno dei giudici la sentenza, prevista per il 22 luglio, potrebbe slittare, di massimo una settimana, a quanto pare.
E’ stato chiesto, per Giova, Paska e Ghespe ai domiciliari, il trasporto con mezzi propri per le udienze, quindi senza scorta. Per Paska è stato inoltre chiesto il trasferimento temporaneo di domiciliari in una casa nei pressi di Firenze.
Per quanto riguarda le presenze in aula, Paska dovrebbe quindi essere presente a tutte le udienze. Giova e Ghespe sicuramente non verranno all’udienza del 15, ma per quelle successive ancora non hanno deciso.
Ricordiamo che le udienze saranno:
15 luglio – deposizione della digos sull’ultima parte delle intercettazioni ambientali
16 luglio – requisitoria PM e parti civili
17 e 18 luglio – arringhe difensive
22 (?) luglio – lettura del dispositivo (sentenza)
Tutte avranno inizio alle 9, nell’aula 28 (piano seminterrato) al palazzo di giustizia di Novoli (Firenze).
Oggi è iniziata con l’inghippo iniziale: le trascrizioni peritali delle intercettazioni ambientali, manco complete (cioè mancavano alcune di quelle richieste dai PM perché hanno sbagliato a far le fotocopie delle richieste) erano state depositate settimana scorsa, in particolare quella che per l’accusa è considerata più “incriminante” per Paska. Invece che “gli ho messo un bombone in bocca a casapound” però, il perito ha sentito e trascritto “è venuto a mettere un bombone ecc.” L’accusa si dev’essere risentita, perchè ha insistito affinché il perito riascoltasse l’audio e si avvalesse dell’aiuto di uno studio di registrazione per “pulire” il suono. Dopo queste pressioni, il perito ha infine ritrascritto quest’intercettazione con l’interpretazione dell’accusa, solo che poi l’ha depositata solo ieri alle 17:00, e quindi non era stato possibile per la difesa ritirarne copia prima di stamattina.
La difesa ha dunque chiesto il rinvio per l’impossibilità di condurre il controesame sul perito. Il giudice lì per lì ha detto qualcosa tipo “non c’è tempo”, senza rispondere formalmente alla richiesta e ha fatto iniziare l’udienza.
Ha deposto Monti, il perito in questione; su richiesta del giudice si è ascoltato il famoso audio. Non si sentiva granché, voci sovrapposte indistinguibili, sia nell’audio originale, quasi peggio in quello “pulito”. E’ stato ascoltato diverse volte. Al che Monti ha descritto i passaggi detti prima, e quando ha detto la sua conclusione, cioò che riteneva di doversi correggere perché effettivamente aveva detto “ho messo un bombone”, dal pubblico si è levato un sarcastico applauso e delle voci meno sarcastiche, al che il giudice ha fatto sgomberare l’aula dai compagni presenti tra il pubblico, che sono stati poi fermati dalla digos nella zona fumatori, mentre la celere è stata fatta entrare in tribunale ed aspettava poco lontano.
In assenza del suo avvocato, Paska ha deciso di autodifendersi, e in questa circostanza ha preso la parola per dichiarare che riconosce la voce intercettata come sua, ma che le parole che gli vengono attribuite non sono mai state pronunciate.
Sono stati poi nominati dei nuovi periti per le intercettazioni, che però hanno espresso delle perplessità sul riuscire a finire il lavoro in periodo di festività sotto pasqua.
L’udienza è proseguita parlando della macchina della madre di Paska, che la digos, nella sua testimonianza, sostiene di aver notato parcheggiata sotto il Panico il 2 e 3 gennaio, mentre il suo telefono risultava altrove. La difesa ha chiesto che si rinviasse l’argomento a una data in cui fossero presenti i legali di Paska, il giudice ha negato e ha fatto proseguire. Anche qui quindi Paska si è dovuto difendere da solo, e ha dichiarato che lui dal 31 in poi era a festeggiare altrove, assieme al suo telefono, e che la macchina l’aveva con sé e quindi la digos si dev’essere sbagliata.
Ha testimoniato pure un altro digos su un controllo di Ghespe effettuato in strada il 30/12, questo al fine di controbattere l’elemento difensivo della cartella clinica di Ghespe e la radiografia del suo piede fratturato a fine dicembre ’17. Il digos ha ovviamente detto che durante il fermo ghespe stava in piedi, senza gesso e non ha notato alcuna anomalia nella sua andatura.
Comunque, a parte ciò, la notizia più greve è che, viste le difficoltà dei periti delle intercettazioni (e le continue ingerenze dei PM nel loro lavoro, a quanto pare), la programmazione delle udienze è saltata, altro che “si finisce tassativamente il 9 maggio”. Slitta tutto a LUGLIO, e questo è il nuovo calendario:
25/6 – termine per il deposito delle intercettazioni ambientali
15/7 – udienza sulle intercettazioni
16/7 – requisitoria PM + parti civili
17 e 18/7 – arringhe difensive
22/7 – lettura dispositivo (sentenza).
Visto il calendario, Paska ha chiesto che il collegio facesse sapere al DAP che chiede un trasferimento per avvicinamento processuale, visto quanto saranno fitte le udienze. Anche oggi sembrava bello in forma!
Il pubblico, dopo le foto fatte ai documenti, è stato fatto rientrare, quindi Paska ha ricevuto calorosi saluti mentre veniva portato via a fine udienza.
All’udienza era presente Paska ed una decina di compagni. All’inizio Paska ha fatto una breve dichiarazione per mettere a conoscenza del fatto che gli sta venendo fotocopiata la corrispondenza nonostante non sia sottoposto a censura da parte dell’autorità giudiziaria. Per questo, vista la persistenza di una fastidiosa ulteriore sorveglianza nei suoi confronti, è rinnovata l’importanza di scrivergli per mostrare la nostra solidarietà per lui, e la nostra ostilità nei loro confronti. Successivamente ha deposto la digos in merito all’attribuzione di identità dei conversanti in alcune intercettazioni ambientali.
Poi è stata la volta dei periti nominati dal tribunale. Il medico legale ha fondamentalmente sostenuto che l’artificiere non ha subito lesioni potenzialmente letali e non è mai stato in pericolo di vita. Il perito dell’accusa, nonostante abbia insistito sulla possibilità che se le schegge dell’ordigno avessero colpito altre regioni avrebbero potuto avere conseguenze letali, ha convenuto sul fatto che il pericolo di vita non ci sia stato. Il perito della difesa ha sottoscritto le dichiarazioni di quello del tribunale e, con l’acquisizione del dato radiologico, ha confermato la distanza delle schegge da parti vitali e l’assoluta non micidialità dell’ordigno. La conclusione pressoché condivisa, quindi, è che siccome non c’è stato pericolo di vita, è possibile parlare al massimo di lesioni gravissime.
In seguito è stata la volta del genetista e del biostatistico nominati dal tribunale che hanno deciso di non effettuare una nuova analisi del dna in quanto, a detta loro, la quantità residua presente sul reperto era di 5 microlitri mentre le precedenti analisi effettuate dalla perita dell’accusa erano su campioni di 15 microlitri. Pertanto hanno solo controllato la correttezza dei calcoli e dell’analisi effettuati dall’accusa confermando che l’ipotesi accusatoria (ovvero che sull’ordigno sia presente il DNA di un soggetto che presumono sia Ghespe) era enormemente superiore a quella della difesa. Hanno comunque precisato che l’analisi del dna fornisce soltanto una probabilità, se pur alta, e mai una certezza, per questo loro non possono trarre conclusioni, questo compito spetta a chi giudica. Il genetista della difesa ha contestato il fatto che non siano state effettuate nuove analisi sul pur piccolo campione residuo (fatto che costituiva in effetti l’argomento del quesito posto dal tribunale) e che proprio l’accusa, a differenza sua, avendo precedentemente sostenuto in aula la non importanza della quantità di materiale e dei metodi d’analisi fosse perciò in contraddizione con se stessa. Il perito ha insistito che la presenza di 5 alleli su 7 sistemi comportasse la presenza di almeno 3 donatori sul campione (visto che ogni individuo può contribuire al massimo 2 alleli per sistema) e che, ovviamente, aumentando i soggetti in questione cambierebbe anche il rapporto di verosimiglianza. Inoltre interrogava sul fatto che, essendo di almeno 2 soggetti oltre all’artificiere il dna presente sul reperto, l’unico attribuito non potrebbe necessariamente rappresentare quello del “colpevole” e, a maggior ragione, avrebbe potuto essere presente fortuitamente, ad esempio per trasporto. Per la cronaca stiamo parlando di un campione misto la cui analisi ha riguardato 7 cellule. L’udienza è terminata con una nuova calendarizzazione delle udienze in quanto il perito che si occupa delle trascrizioni non era stato in grado di effettuare la trascrizione della mole di intercettazioni ambientali ed è stata necessaria la nomina di altri periti in suo supporto. Le udienze dell’11 e del 12 aprile perciò salteranno. Le prossime saranno quella del 18, dove dovrebbero essere trattate queste intercettazioni; il 24 dovrebbe esserci la requisitoria dell’accusa e delle parti civili, mentre il 29, il 30 aprile e il 6 maggio sarà la volta delle arringhe della difesa. Il 9 maggio è stata stabilita come data inderogabile in cui sarà emessa la sentenza. Paska, in forma e sorridente, ci ha salutato dicendoci che ci vediamo il 18 (alle ore 9).
Oggi c’è stata l’udienza sulle consulenze della difesa. Hanno deposto i consulenti di medicina legale, l’esplosivista, e di nuovo la genetista dell’accusa, con contraddittorio della difesa. Per non annoiare non verrà scritto un riassunto dettagliato, ma in sostanza è andata piuttosto bene, l’accusa non sembra aver fatto una gran figura. In conclusione, il collegio di giudici ha deciso di disporre le perizie con i suoi periti “super partes”, sia rispetto alla genetica forense (probabilmente verrà prelevato il dna di ghespe, ancora finora mai analizzato), sia alla biologia statistica (viste le perplessità emerse in merito all’analisa statistica di dati che non dovrebbero essere validi a fini probatori) sia in merito alla perizia medico-legale. Quindi le udienze sono state riprogrammate così:
14 marzo – incarico ufficiale dei periti di tribunale/accusa/difesa
4 aprile – esame dei periti; deposizione dell’accusa sulle intercettazioni ambientali (che ancora devono essere depositate)
11 aprile – arringa dell’accusa/parti civili
12 e 18 aprile – arringhe della difesa
Le date delle repliche e della sentenza verranno fissate probabilmente più avanti.
ciao, alcuni brevi aggiornamenti dalle ultime udienze:
12 febbraio: è iniziata la trattazione dello specifico di Capodanno. Hanno deposto i testi dell’accusa (digos) e della difesa (digos e artificiere) sulla ricostruzione dei fatti.
14 febbraio: udienza sul DNA. Hanno deposto i consulenti dell’accusa e della difesa (genetisti). Se vi interessa un riassunto dettagliato di quest’udienza, contattate la mail del panico [panico2 – chiocciola – inventati.org]
21 febbraio: udienza sull’associazione a delinquere, testi dell’accusa (digos). La novità, rispetto alle carte d’inchiesta, è stata l’insistenza sui collegamenti tra i fiorentini e gli arrestati di Torino e del trentino.
28 febbraio: uno dei detenuti non aveva rinunciato alla traduzione in aula. All’inizio dell’udienza è arrivata la notizia che era malato e non poteva venire. Il giudice ha deciso però di aspettare il responso del carcere rispetto alla sua presenza. Infine, è stato riferito che il detenuto aveva una gastroenterite e quindi non sarebbe venuto; l’udienza a quel punto è saltata.
Hanno comunque rimaneggiato la calendarizzazione delle udienze:
7 MARZO -> Fine testi dell’accusa (digos sull’associazione), esame degli imputati da parte del PM. Inizio parte della difesa.
12 MARZO -> Giorno dei consulenti della difesa rispetto ai fatti di Capodanno. Ri-deposizione della genetista della polizia, è stato annunciato che ha rifatto le analisi che erano state messe in dubbio dal nostro genetista, senza accennare ancora ai risultati.
13 MARZO -> salta
14 MARZO -> Se vengono depositate le trascrizioni delle intercettazioni ambientali, si parlerà di quelle, altrimenti salta.
4 APRILE -> arringhe delle parti civili e dell’accusa
11 e 12 APRILE -> arringhe della difesa
18 APRILE -> SENTENZA.
Delle presenze in aula dei compagni prigionieri ancora non si sa; Paska e Ghespe con ogni probabilità non presenzieranno più.
Solidarietà ai compagni arrestati e indagati per l’Operazione ‘Renata’ in Trentino, per i prigionieri/inquisiti dell’operazione “scintilla” a Torino, a quelli di Scripta Manent e a tutti coloro che non abbassano la testa in questi tempi di repressione di Stato.
Durante l’udienza del 31 gennaio, pare che il giudice abbia ricevuto le prime 300 pagine di trascrizioni di intercettazioni e, non avendovi trovato nulla di interessante, abbia fissato un’udienza supplementare il 7 febbraio, chiedendo che PM e avvocati operassero una nuova selezione delle intercettazioni da trascrivere, questa volta più “calzante”.
Ieri s’è dunque tenuta questa breve udienza, a cui era presente Paska. Successivamente è stato “parcheggiato” per la notte a Sollicciano, dove è stato accolto da un piccolo saluto serale, che si spera abbia sentito, come si spera abbiano sentito anche Ghespe e Giova. In mattinata dovrebbe essere stato tradotto al tribunale di Teramo per l’udienza di oggi 8 febbraio.
E’ confermato l’inizio delle deposizioni dell’accusa rispetto al fatto di Capodanno il 12 febbraio. Il 14, invece, dovrebbero iniziare e concludersi le deposizioni degli sbirri/periti in merito al DNA. Le presenze in aula ancora non sono confermate, ma è probabile che a queste due udienze qualcuno dei 3 sarà presente.
Cogliamo l’occasione per mandare tutta la nostra solidarietà ai compagni dell’Asilo sgomberato dopo una resistenza di 36 ore sui tetti, e agli arrestati per 270 e per i cortei selvaggi di ieri. Non un passo indietro, se non per prendere la rincorsa!!
Sempre al fianco dei compagni colpiti dalla repressione!
Sotto trovate due manifesti scaricabili in pdf, formato a3.
Daje!