Brevi dal presidio di capodanno

La notte di capodanno, come l’anno scorso, c’è stato un presidio sotto il carcere di Sollicciano. Nonostante il gelo, particolarmente pungente in quella zona orrenda, la notte è stata riscaldata e rischiarata dal calore e la presa bene dei numerosi compagni venuti per l’occasione. Oltre al rumore e ai fuochi d’artificio, per un paio d’ore alcuni compagni rappers ci han regalato uno splendido concerto. Non sembrava esserci molta risposta da dentro, ma da una chiamata di stamattina abbiamo saputo che ci hanno sentito forte e chiaro e che è stato emozionante; le guardie avevano preventivamente chiuso tutte le celle con le porte blindate, quindi non potevamo sentire le urla che provenivano da dentro. E’ solo un piccolo gesto, ma siamo contenti di aver portato un po’ di vicinanza nella notte in cui il senso d’isolamento dentro si fa più opprimente, mentre il resto del mondo, fuori, festeggia non si sa bene cosa.

La notte è proseguita con una taz nel quartiere a fianco al carcere, con musica fino alle 7 di mattina, poi il posto è stato lasciato, senza intoppi.

alla prossima!

Udienza del 20 dicembre

Oggi c’è stata un’udienza per l’Operazione Panico. L’unico imputato presente in aula era Paska, poco il pubblico. Ieri sera gli è stato notificato il 14 bis, per tre mesi, ed è venuto in aula per parlarne col suo avvocato. Ha chiesto a un avvocato di dirci di non preoccuparci se non siamo venuti, era impossibile comunicarci con tempi così stretti che sarebbe stato presente.
Insieme al suo avvocato, ha deciso di non chiedere la revoca del 14 bis, la sua situazione detentiva ora consiste nello stare in sezione, ma in cella singola, di non avere il fornello a gas né la TV in cella. E’ stata presentata istanza per i domiciliari presso sua madre, a Martinsicuro, motivata dal tempo giò trascorso in carcere e dal fatto che già è stato scarcerato e poi re-incarcerato, e quindi non si capisce perché permangano delle esigenze cautelari. I giudici si riservano di rispondere dopo il parere dei PM, presumibilmente intorno al 27/28 di dicembre dovrebbero dare una risposta.
Rispetto alla questione ammissibilità delle intercettazioni ambientali, i giudici si riservano di pronunciarsi più avanti, quindi per ora nulla di fatto.

Per quanto riguarda l’udienza, è stata più breve del previsto, perché metà dei testimoni (la gente che dice di esser stata aggredita o rapinata il 25 aprile) non si è presentata. Hanno concluso i testi sbirri del Melograno, contraddicendosi non poco rispetto alle deposizioni del primo processo del Melograno (quello contro Ale, Michele e Fra). Alcuni imputati non sono stati riconosciuti dai testi, sia per il Melograno che per il 25 aprile, altri sì.

Comunque, son state fissate altre date di udienza, il nuovo calendario ora è:

31 gennaio ore 12
12 febbraio ore 11
14 febbraio ore 10:30
21 febbraio ore 9
28 febbraio ore 9
7 marzo ore 12
12 marzo ore 11
13 marzo ore 9
14 marzo ore 9

I temi probabilmente trattati saranno, per il 31/1, la conlusione dei testi mancanti del 25 aprile, l’inizio dei due specifici del Bargello. Capodanno sarà una delle prime due date di febbraio, l’accusa descriverà come è stato prelevato il DNA e deporrà la perita della scientifica, Paola Montagna. E’ stato inoltre depositato il referto medico di Mario Vece, l’artificiere, ma oltre a ciò, l’accusa non ha citato testimoni per la ricostruzione dei fatti del 1 gennaio. Una volta depositate le trascrizioni delle intercettazioni, intorno a metà febbraio, dovrebbe deporre il digos Pampaloni per illustrare la loro interpretazione di queste, dopodiché dovrebbe essere finita la parte dell’accusa e dovrebbe iniziare la difesa.
Il presidente oggi ha espresso la volontà di terminare il processo con l’udienza del 14 marzo.

 

AGGIORNAMENTI PROSSIME UDIENZE

Giovedì 13 dicembre l’udienza è stata rinviata, come preannunciato, per malattia di uno dei giudici. E’ stato reso noto, inoltre, che il perito incaricato delle trascrizioni delle intercettazioni ha perso un mese di tempo, perché non si trovavano i file audio (…). Quindi la data di consegna delle trascrizioni slitterà probabilmente di un mese, dal 10 gennaio a metà febbraio. E’ possibile che anche in base a ciò siano state calendarizzate le prossime udienze per l’Operazione Panico:

  • 20 dicembre: conclusione testi accusa per i fatti del Melograno e del 25 aprile
  • 14 febbraio ore 10:30: episodi relativi alla prima sede del Bargello, assalto e bomba carta (gennaio/febbraio 2016)
  • 21 febbraio ore 9: (forse) inizio del botto di Capodanno
  • 28 febbraio ore 9: (forse) perizie DNA
  • 7 marzo ore 12
  • 12 marzo ore 11

Non prendete come certi i temi trattati in ciascuna udienza, non è dato sapere con che velocità procederanno le testimonianze e il dibattimento. Per il momento si sa che Ghespe non sarà presente all’udienza del 20/12. Ci vediamo a capodanno sotto Sollicciano!

BREVI AGGIORNAMENTI

Notizie da Paska, ha interrotto lo sciopero della fame la settimana scorsa, senza ottenere il trasferimento. Ancora non si sa se gli verra’ dato il 14bis come preannunciato.

L’udienza del 13 dicembre saltera’, a quanto pare, per malattia del giudice.

A breve nuovi aggiornamenti!

Resoconto dell’udienza dell’8 novembre

Giovedì 8 novembre c’è stata la terza udienza per l’Operazione Panico. Come si sia svolta, non si sa e alla fine non ci interessa più di tanto. I fatti si commentano da soli.

In aula erano presenti Giova, Ghespe e Paska, qualuno degli imputati, e un pubblico di compagni. Non appena è iniziata l’udienza, Paska ha chiesto la parola, tramite il suo avvocato, per leggere una dichiarazione. E’ arrivato in aula con i segni delle botte prese nel carcere di La Spezia la mattina stessa, prima della traduzione a Firenze. Ha iniziato a leggere la sua dichiarazione, che cominciava narrando il pestaggio da parte dei secondini, ma il giudice ha ordinato subito che gli venisse spento il microfono, blaterando che ciò che stava dicendo non era pertinente al processo, che quella non era la sede competente per  denunciare quei fatti e cazzate simili. Paska, nonostante ciò, ha continuato a leggere alzando la voce, ma è stato strattonato via dalle infami guardie, che hanno tentato di strappargli di mano i fogli, rinchiudendolo nei sotterranei del tribunale. I compagni presenti e gli imputati si sono alzati protestando rumorosamente, e per tutta risposta il giudice ha espulso il pubblico dall’aula. A quel punto, anche gli imputati sono usciti per confrontarsi con gli altri, mentre l’avvocato di Paska ha chiesto che fosse riammesso in aula, anche nella gabbia se necessario, e ha ricordato che il suo assistito è da qualche giorno in sciopero della fame per protestare contro le condizioni detentive e per chiedere il trasferimento ad un altro carcere. Al giudice, ovviamente, gliene importava ben poco, e ha disposto che Paska rimanesse chiuso nelle celle sotterranee. Gli imputati sono rientrati in aula per leggere una breve dichiarazione, affermando che anche il giudice è complice dei maltrattamenti che sta subendo Paska in carcere, ribadendo la solidarietà ai tre compagni prigionieri e la volontà di non continuare ad assistere all’udienza. Il giudice ha provato a interrompere quasi subito, parlando sopra al compagno che stava leggendo la dichiarazione, al che gli imputati sono usciti dall’aula definitivamente. Sappiamo che subito dopo anche Giova e Ghespe hanno chiesto di essere portati via, e la cosa ha forse provocato nel giudice un ripensamento, perché ha fatto richiamare Paska per chiedergli se volesse tornare in aula. Il compagno ha assentito, e così pure Giova e Ghespe. I compagni imputati invece sono rimasti all’esterno del tribunale, dove alcuni hanno improvvisato un breve presidio nei pressi del cancello d’ingresso, per poi riunirsi con gli altri nell’attesa di salutare i compagni al termine dell’udienza. Questo però non è stato possibile, perché i tre, a fine processo, sono stati caricati in fretta e furia nei furgoni cellulari che hanno fatto un pezzo di strada in contromano per non passare davanti ai compagni, ma si sa, la miseria umana dei secondini non ha confini.

La giornata si è conclusa con un giro per i quartiere di Sant’Ambrogio e un banchetto in una piazza dello stesso quartiere.

Esprimere solidarietà attiva nei confronti di Giova, Paska, e Ghespe è, in questo momento, sempre più urgente, ricordiamo che Paska è in sciopero della fame dal 5 Novembred, ed è compito nostro fargli sentire il nostro sostegno e la nostra complicità.

Domenica 18 ottobre, dalle ore 15:00 saremo sotto al carcere di La Spezia,

sportivi e incazzati!

NUOVO IBAN per cassa di solidarietà Operazione Panico

Comunichiamo il nuovo IBAN per versamenti sul conto a sostegno delle spese (legali e per i prigionieri) dell’ Operazione Panico.

La Carta è sempre la stessa, n. 5333171039986134 intestata a Youssra Ramadan, agenzia Poste Italiane

IBAN:IT71Q3608105138290113490114

BIC/SWIFT (per transazioni internazionali): PPAYITR1XXX


The IBAN and BIC codes to send money to support legal costs & prisoners of the Operation Panico have changed. These are the new ones.


Voilà les nouveaux Iban et Bic pour le soutien des frais de justice et des prisonniers pour l’Operation Panico.

Resoconto della giornata del 9 ottobre, prima udienza del processo

Ieri, martedì 9 ottobre, si è tenuta la prima udienza (rinviata dal 12 luglio) del processo per l’operazione “Panico”. Un folto pubblico di compagni e compagne ha accolto calorosamente l’ingresso in aula dei 3 compagni prigionieri presenti all’udienza, provocando la stizza crescente del presidente del collegio giudicante. I tre hanno risposto ai saluti sorridendo e salutando, mentre le guardie infami li strattonavano verso il loro posto, in prima fila; non sono stati messi nelle gabbie, bensì a fianco dei difensori, divisi dagli altri coimputati da un muro compatto di secondini. Mossa che comunque non ha impedito lo scambio di sguardi, baci, e segnali d’affetto tra noi e loro. L’udienza s’è svolta secondo noioso copione: c’è stata nuovamente la discussione sull’ammissibilità delle parti civili, i giudici si son ritirati per deliberare, per poi rientrare e proclamare il fatto che, anche a processo riunito, tutte le parti civili (già citate per l’udienza preliminare) sono ammissibili. Successivamente c’è stato un breve dibattito in merito all’ordine temporale con cui disporre le perizie sulle intercettazioni rispetto alle testimonianze (se prima, dopo o durante), e la richiesta delle prove da parte di accusa e difesa. L’udienza è terminata con la calendarizzazione delle successive quattro udienze:

18 ottobre 2018: introduzione all’inchiesta, parla il capo della Digos;

  • testi (sbirri) sulla rissa del Melograno del 21 aprile 2016
  • testi (digos) sulla presenza sotto la questura della stessa notte, dopo gli arresti
  • testi (digos) sul banchetto antimilitarista del febbraio 2016

8 novembre 2018:  testi dell’accusa sui fatti del 25 aprile 2016, presidio e corteo in solidarietà agli arrestati

13 dicembre 2018: da definire

20 dicembre 2018: da definire

Per quanto riduarda le presenze in aula, abbiamo saputo che durante l’udienza i tre si sono consultati e han deciso di non presenziare all’udienza del 18 ottobre; se fosse confermato, saremmo ben contenti di disertare pure noi le aule di tribunale. Hanno ipotizzato invece di essere presenti all’udienza dell’8 novembre, ma attendiamo di capire la loro decisione definitiva.

La giornata è continuata sotto il carcere di Sollicciano, per un ulteriore saluto ai nostri compagni, e ai detenuti tutti: purtroppo non abbiamo potuto farci sentire anche da Paska, poiché appena finita l’udienza è stato tradotto nuovamente al carcere di La Spezia (quantomeno speriamo abbia sentito le grida al passaggio dei tre cellulari). Il presidio è stato animato da cori, grida, musica e fuochi d’artificio, ed è stato illuminato da un incendio appiccato all’interno di una sezione, che ha avvolto una parte del carcere nel fumo per diverso tempo, richiedendo l’intervento dei pompieri.

Ci siamo poi spostati verso il centro, e con un agile giretto abbiamo lasciato un po’ di segni del nostro passaggio, parole di rabbia e di solidarietà che spiccano sul bianco opprimente della città del “decoro” e della “bellezza” della mercificazione totale.

La giornata s’è conclusa sul sagrato della chiesa di S. Spirito, oggetto in questi mesi delle attenzioni di sindaco, sbirri e giornalisti servili per via dell’ennesima ordinanza “antidegrado” che vieta il “bivacco” (ovvero il semplice stare in piazza) dopo una certa ora della sera. Abbiamo allegramente bivaccato con cibo e vino fino a quando ne abbiamo avuto voglia. La giornata è stata tutto sommato positiva, nonostante non ci fosse niente da “celebrare” per l’inizio del processo, ma speriamo che questi piccoli gesti di solidarietà possano scaldare il cuore dei nostri compagni ancora in ostaggio nelle patrie galere… Un grazie di cuore va ai compas di ogni parte della penisola (e non solo) venuti a Firenze per l’occasione, per la loro presenza, per il loro fomento, per la loro forza contagiosa.

Con rabbia & amore.

P.S. Il nuovo indirizzo di Paska, trasferito al carcere di La Spezia, è: Pierloreto Fallanca, C.C. La Spezia, piazza Falcone e Borsellino 1, 19125 La Spezia

P.P.S. Il nuovo Iban del conto a sostegno delle spese legali e dei prigonieri è: IT71Q3608105138290113490114

Inizio processo “Operazione Panico”

Martedì 9 ottobre inizia il processo dell'”operazione Panico” a Firenze. Saranno presenti Ghespe, Pasca e Giovanni, e ci sarà una presenza solidale al tribunale. Alle ore 16 presidio sotto al cercare di Sollicciano.

L’udienza del 12 luglio è stata rinviata

Il 12 luglio ha avuto luogo quella che sarebbe dovuta essere la prima udienza del processo per l’operazione Panico.

DICHIARAZIONE PUBBLICA DI PASKA

Oggi, 4 luglio, c’è stata la prima udienza per Ghespe. E’ durata molto poco, perché i giudici hanno accolto la richiesta di riunificazione del processo, quindi hanno semplicemente rinviato l’udienza al 12 luglio, data in cui era stata fissata la prima udienza per tutti gli altri. I secondini di scorta hanno fatto il possibile per impedire le comunicazioni tra noi e lui, precludendogli col loro corpo la vista dei numerosi compagni e compagne presenti in aula. In ogni caso non può non aver sentito i saluti, il calore e le urla di libertà che gli sono state dedicate.

Rinnoviamo la chiamata per la presenza in aula del 12 luglio per salutare Giova, e molto probabilmente anche Ghespe sarà presente, a questo punto.

Grazie a tutt* coloro che sono venut* da praticamente ovunque, nord, sud ed estero, la vostra forza e il vostro sostegno hanno un valore incalcolabile.

Di seguito la dichiarazione pubblica di Paska, detenuto nel carcere di Castrogno (Teramo), appena pervenuta:

LA REPRESSIONE NON ATTACCA, ATTACCHIAMOLA!

Ciao a tutte e tutti,

finalmente mi sono deciso pure io a scrivere due righe sull’attuale teatrino repressivo nei confronti di noi anarchiche e noi anarchici, che sta relegando in galera me ed altri due compagni.

E’ da ormai circa 11 mesi che siamo imbrigliati nelle maglie della loro trappola: Ghespe undici mesi tutti in carcere, io sette di carcere e 4 con obbligo di dimora e rientro notturno, Giova 2 mesi e mezzo di carcere più altri otto tra obblighi, rientri e firme.

Ma la loro “famigerata” Operazione Panico, avviata a gennaio 2016 e che ha iniziato a colpire dal 31 gennaio 2017, ha inoltre “regalato” ad altre compagne ed altri compagni giorni di carcere, arresti domiciliari, obblighi di dimora, rientri notturni, firme, divieti di dimora da Firenze ed altri assurdi divieti di dimora dal Galluzzo, quartiere di Firenze dov’era sita l’occupazione della Riottosa, che è stata sgomberata insieme all’altra occupazione anarchica cittadina, Villa Panico.

Il tutto per una serie di avvenimenti accaduti in città: un assalto alla sede di CasaPound, due ordigni piazzati davanti alle sedi dei fasci (di cui uno a Capodanno 2017, dove nel tentativo di disinnescare l’ordigno ha perso mano ed occhio un artificiere e da questo avvenimento il reato di tentato omicidio per cui all’oggi in 3 siamo in custodia cautelare in carcere), un presidio antimilitarista non autorizzato, un corteo non autorizzato, il lancio di molotov alla caserma dei Carabinieri a Rovezzano in seguito all’arresto di due compagni e una compagna per una rissa con gli sbirri fuori da un concerto, presidi sotto al carcere, scritte sui muri della città…e infine i reati relativi all’avvenimento di Capodanno, che loro pongono come perno centrale della questione.

Un’inchiesta che ha accelerato notevolmente i tempi repressivi dopo il 1° gennaio 2017, e dove non poteva mancare un’associazione a delinquere ed incredibili colpi di scena: arresti, scarcerazioni, aggravamenti di misura per scritte, riesami – cassazioni – controriesami… gip competenti, gip incompetenti, capi della polizia e servizio anti-terrorismo, unità operativa della polizia italiana (UOPI) e chi più ne ha più ne metta… Un pastrocchio giudiziario teso a colpire certe tipologie di pratiche e chi le mette in atto, perché non sottomesso al sistema e nemico di esso.

I metodi di indagine, poi, sono stati i più infami e squallidi, ma cosa vogliamo aspettarci dai nostri nemici? In particolare, per giustificare il tentato omicidio e l’altro reato annesso (detenzione, fabbricazione e porto d’arma da guerra) che vede imputati noi arrestati ed un altro compagno, intercettazioni di chiacchiere simpatiche tra amiche ed amici diventano prove madre, frammenti di DNA prelevati a casaccio segno indiscutibile di colpevolezza, stati d’animo emozionali e personali sintomi d’ammissione.

Per non parlare della loro meschinità nel tentare, con tutto quel materiale cartaceo che più di un’inchiesta giudiziaria pare un copione di un film già scritto, di dividere e mettere gli uni contro le altre i compagni e le compagne dell’inchiesta. Tutto ciò non è stato solo atto a trovare chi secondo loro è colpevole dei reati contestati, a fare arresti e sgomberare spazi, ma ha tentato di levare di mezzo la realtà fiorentina e di frammentare e dividere ancora di più la situazione.

Bene, personalmente dico che ci hanno provato, ma non ci sono del tutto riusciti: c’è ancora chi si organizza, discute ed agisce in città, e chi è stato colpito dalla repressione in questo lasso di tempo è ancora lì, sulle sue posizioni, a testa alta, e penso che consapevolmente si ripeta: “io trovo giusto il mio percorso perché sono nel giusto!”.

La loro repressione ci ha sì colpito, ma non attaccato del tutto come era nelle loro intenzioni iniziali.

All’oggi, come continuare? La loro repressione non attacca, attacchiamola noi. Sarebbe finalmente a questo punto importante ripartire, piuttosto che dalle discussioni e da mille ragionamenti sulla solidarietà in risposta alla repressione, da quelle pratiche che loro ci contestano e che a loro danno molto più fastidio dei nostri discorsi teorici.

Dimenticare quest’anno e mezzo di batoste e ripartire lì da dove a loro è più nuociuto: per noi dentro queste mure abbassandosi il meno possibile al loro potere, e per chi sta fuori “con la scelta delle armi che è tua per il duello”.

Un saluto, un enorme abbraccio ed un urlo carico di rabbia ed amore a Ghespe e Giova!

Contro il potere, contro l’autorità, per la libertà!

PER L’ANARCHIA!

PASKA