Il 12 luglio ha avuto luogo quella che sarebbe dovuta essere la prima udienza del processo per l’operazione Panico.
In aula erano presenti sia Ghespe che Giova, un nutrito pubblico di compagni e compagne, ed una parte delle persone imputate. Il poco che è stato detto non ci è risultato granché comprensibile, d’altronde il loro è un linguaggio che non ci appartiene, ma grosso modo si potrebbe riassumere così:
tre delle persone imputate non erano state raggiunte dalla notifica; la riunificazione del processo era stata accettata, ma una settimana di tempo non era stata sufficiente per sbrigare la relativa burocrazia; tra i giudici in commissione era presente un giudice onorario, che secondo una legge recente non può più essere competente per casi di tale gravità, ed è quindi stato assegnato un nuovo collegio di giudici. Per questi motivi, non molto graditi ai PM, che evidentemente speravano in un avvio rapido del processo, l’udienza è stata rinviata al 9 ottobre.
L’unica novità è che alla sagra delle parti civili si è aggiunto il ministero dell’interno; le parti civili in questo processo sono dunque ora: CasaPound, il Bargello (la libreria), Mario Vece (l’artificere), il Siulp (sindacato di polizia) e il ministero.
Ghespe e Giova, tenuti nella gabbia separati probabilmente perché ancora sottoposti al divieto d’incontro, erano in forma e felici di vedere così tante facce amiche, nonostante le vedessero attraverso le sbarre.. Presto aggiornamenti sulle prossime iniziative.