Volantino uscito a Firenze nell’aprile 2017, in seguito all’aggravamento di misura cautelare di due compagne e un compagno già coinvolti nell’Operazione Panico per delle scritte sui muri.
NELLA CAPITALE DELLA REPRESSIONE
La società del terrore declinata in salsa fiorentina dai vari Nardella, Giuffrida, Intini, Pifferi, Creazzo, Gianassi, Funaro, Ferragamo, Gucci, Bassilichi&C. serra i propri ranghi e, come un rullo compressore, porta avanti le proprie politiche repressive. Le grandi opere che fanno ricchi politici e padroni ridisegnano la città a norma di merce e di turista, i cantieri dirigono il traffico un po’ ovunque in una Firenze blindata e militarizzata per ospitare ogni sorta di grande evento: dal G7 alla famiglia reale inglese, a Piazzale Michelangelo affittato a grandi gruppi finanziari e assicurativi e vietato alla libera circolazione di chi vive in città, secondo una formula inaugurata dall’ex sindaco Renzi, solo per stare agli ultimi
giorni. 350 nuovi occhi elettronici per la videosorveglianza a 360° spuntano ad ogni incrocio e nelle ultime piazze in cui potremmo ancora correre il rischio di incontrarci senza controllo; torme di Angeli del bello, moderni servi del disgusto e della censura dei padroni, pattugliano quelle stesse strade armati di raschietto e di pennello, ad affiancarli decine di
profughi costretti a lavorare gratuitamente per dimostrare gratitudine verso un’integrazione di stampo neocoloniale; Daspo per tutti gli indesiderabili, non più solo ultras ma anche writers, spacciatori, poveri, sovversivi; il rilancio del progetto, contenuto nel nuovo pacchetto sicurezza Minniti, di un lager oggi detto CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) da 100 posti da realizzare a Sant’Angelo a Lecore, vicino all’aeroporto di Peretola, quale utile strumento per completare il cosiddetto modello toscano dell’ “accoglienza” diffusa; e poi sbirri, sempre più sbirri, e militari, sempre più militari, con gli immancabili mitra a tracolla ed i loro mezzi da guerra onnipresenti a guadagnarsi il ruolo di protagonisti sempre più indiscussi di questa bella immagine di Firenze da cartolina.
Il silenzio è d’oro.
La gravità della situazione sembra ormai essere percepita solo dagli esclusi, da chi è costretto ad arrangiarsi per vivere, braccato ogni giorno, e da chi non si rassegna ad un’esistenza strisciante di mera sopravvivenza, a marciare e marcire prigioniero di
questa gabbia sociale. I fatti parlano da soli. Venerdì 24 Marzo due nostre compagne, Youssra e Laura, vengono poste agli arresti domiciliari con divieto di comunicazione per delle scritte sui muri, lunedì 27 è il turno di Ciccio, che per quelle stesse scritte subirà il divieto di dimora dal Galluzzo, dove si trova l’occupazione La Riottosa, e l’obbligo di firma
giornaliero in questura. Senza alcun pudore la questura usa carta stampata e telegiornali per strombazzare questi arresti, un’amplificazione mediatica funzionale al tentativo di corroborare una precedente inchiesta per associazione a delinquere denominata “Operazione Panico” che già aveva portato a 3 arresti domiciliari ed altre 7 misure cautelari tra domiciliari notturni, obblighi di dimora e firme quotidiane. Un’inchiesta misera, condotta da uomini miseri, campata su una manciata di fatti specifici commessi senza un qualsivoglia vincolo associativo. La pochezza di quest’inchiesta è
dimostrata dal fatto che abbia trascorso mesi e mesi a fare la polvere sulla scrivania di un giudice, la sudditanza e l’attaccamento allo scranno di questo burattino sono dimostrati dal fatto che, avvalorando questa ridicola inchiesta, abbia risposto ad una precisa volontà e ordine superiore, quella di sequestrare un po’ di carne da dare in pasto all’opinione pubblica in quella stessa area che non nasconde un inammissibile piacere per fatti come quello di Capodanno, quando un massacratore razzista di ragazzini, nonché sbirro, si fa saltare una mano ed un occhio per difendere una sede di fascisti terroristi e stragisti. Ma questi ultimi arresti lanciano un monito ulteriore: ogni minimo gesto di insubordinazione che travalichi il recinto sempre più angusto della legalità è passibile di una brutale
repressione. Ciò non vale solo per gli anarchici: denunce per resistenza contro chi all’interno di un corteo contro un comizio fascista ha un diverbio con alcuni provocatori razzisti; 8 mesi senza condizionale a dei giovani incensurati per l’occupazione di un immobile, banali furti nei centri commerciali trasformati in rapine. Lo stesso vale per i nuovi Daspo urbani, i primi a riceverli saranno spacciatori e writers, i prossimi saranno tutti coloro che infastidiscono la quiete e la normalità della morte vivente cittadina. Il messaggio è chiaro: in questa città di merda non deve volare una mosca. La
possibilità fornita dal potere democratico è una soltanto: arrendersi e sottomettersi oppure sparire. Eppure c’è chi non sarà mai disposto a chinare la testa, chi si ostinerà a percorrere altre strade da quelle permesse dall’autorità, chi pensa che l’unica vera grande associazione in cui ci vorrebbero tutti costretti a non vivere, quella che contiene tutti i crimini che negano la libertà e la dignità degli individui, sia questa società spacciata dai politici, foraggiata dai padroni, benedetta dai preti, difesa con l’unica violenza ammessa come giusta da sbirri e magistrati, immortalata ed incorniciata dai giornalisti, una società la cui disintegrazione attraverso la demolizione delle sue più intime e marce fondamenta è
l’unica soluzione che possa garantire la libertà di tutti e di ciascuno.
4/4/17 alcuni anarchici