Questo è il primo volantino distribuito a Firenze pochi giorni dopo gli arresti del 3 agosto 2017.

BRAVI LO STESSO

su un’operazione di polizia a Firenze

Quando si ha in mano il potere, succede di perdere la testa nell’illusione di poter fare qualsiasi cosa, lanciandosi in tentativi senza né capo né coda e sparandole grosse, fino a restare travolti dal cumulo delle proprie sciocchezze.

E’ ciò che è capitato a Firenze in questi giorni a polizia e carabinieri.

Il 3 agosto – al seguito dei palloni gonfiati Lucio Pifferi (capo della Digos locale), Eugenio Spina (capo dell’Antiterrorismo) e Giuseppe Governale (comandante del Ros dei Carabinieri) – 200 cialtroni armati, con la copertura dei passacarte della Procura, hanno vandalizzato e sgomberato la Riottosa Zquat del Galluzzo e insieme hanno eseguito l’arresto di 8 tra compagne e compagni anarchici, dei quali 6 sono stati scarcerati in un paio di giorni per la completa insussistenza degli indizi. Poliziotti e carabinieri a volto coperto, un quartiere militarizzato, irruzioni in abitazioni private, nomi e volti dei compagni sbattuti sui giornali, conferenze stampa e plausi istituzionali… per poi vedersi crollare miseramente tutta l’operazione.

Nel caldo agostano, arriva al culmine un’allucinazione mediatica cominciata a Capodanno, quando un poliziotto artificiere particolarmente incauto ha rimosso a mani nude una bomba da una nota libreria di fascisti in via Leonardo da Vinci, facendosela esplodere bellamente in faccia. Se non vivessimo in un mondo alla rovescia, tutto questo – la retorica su “bombe, sangue e anarchia”, le lacrime per il birro ferito, l’indagine per tentato omicidio – non sarebbe neanche concepibile. Per gli sbirri e i giornalisti si è trattato di un attentato diretto a uccidere. Per noi, di un’azione antifascista analoga ad altre avvenute in passato e di un incidente sul lavoro che – a differenza di quelli che capitano ogni giorno in fabbriche e cantieri – non merita alcuna lacrima.

Nella Firenze del delirio securitario, mentre la polizia è ovunque e la libertà da nessuna parte, alcune azioni – si tratti di ordigni contro le sedi fasciste, di molotov contro le caserme o di cortei selvaggi contro l’ordine della rassegnazione – hanno osato interrompere il corso della normalità. Se la polizia riesce a individuare ben di rado chi commette alcune azioni, non le resta che andare a colpire chi le sostiene pubblicamente: gli anarchici. Trovandosi con poco o niente in mano dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti continui, gli sbirri hanno deciso di buttare la rete lo stesso, certi che la canea mediatica avrebbe loro permesso di trattenere più pesci possibile. Contro le loro previsioni, il Giudice per le Indagini Preliminari non si è sentito stavolta di avallare un’inchiesta davvero troppo maldestra. L’unico arresto convalidato è al momento quello del nostro compagno Salvatore Vespertino, “incastrato” da un frammento di DNA giudicato compatibile (mentre scriviamo queste righe attendiamo il responso nei confronti di Pasca, ancora in carcere a Lecce). Se l’asserita “colpevolezza” degli anarchici è per ora solo un’opinione degli inquirenti, il responso della scienza ci viene presentato come una certezza. Anche quest’ultima, però, è tutta da dimostrare. Lungi dall’essere un insieme di teorie pure costruite da ricercatori disinteressati, la scienza è al contrario un prodotto sociale, ovvero un insieme di modelli elaborati e applicati da esseri umani all’interno di una rete di interessi e rapporti di potere. Non solo la “compatibilità” dei campioni di DNA è frutto di un calcolo statistico, ma questo calcolo è eseguito da tecnici sul libro-paga di chi ha arrestato i nostri compagni.

A tutti coloro che hanno a cuore la libertà il compito di cominciare una battaglia contro il prelievo e la strumentalizzazione del DNA, prima che schedature e montature genetiche diventino parte della nostra quotidianità. Rifiutando il prelievo in carcere, i nostri compagni hanno già cominciato. Quando la Sicurezza diviene il centro della politica e la polizia viene schierata fin nell’ultima periferia, per gli oppressi e i ribelli si annuncia il pugno di ferro. Non restiamo a guardare mentre chiudono la gabbia.

Agiamo.

LIBERTÀ PER PASCA E VESPERTINO

non piangiamo uno sbirro, continuiamo la lotta

Firenze, 8 agosto 2017

Alcuni Anarchici.